Difficile, sapete, è il raccontare
di così tanti Alpini che vanno a morire:
poco più che ragazzi, nei loro occhi la vita
che per stupidità viene loro scippata.
Penne Nere d’ Italia, la forza, il coraggio
il ritorno “a baita” è solo un miraggio.
Soltanto la follia di menti impazzite
poteva spedirli in queste lande infinite.
Folate di vento, più affilate di lame,
li divora il gelo, il sonno e la fame,
ma più che la fame, che ti strappa via il cuore
è vedere sdraiato un fratello che muore.
Lui cieco ti fissa, ma forse ti sente,
e tu lì sulla neve, che non puoi fare niente…
Una colonna umana, come a scuola i bambini,
passo dopo passo se ne vanno gli Alpini
e piantano pietosi dietro ad un’isba una croce,
e tutt’intorno pregano, ma non s’ode una voce
una vecchia in disparte osserva quel dramma:
suoi son occhi di pianto, suoi son occhi di mamma.
Sia vostra bandiera questo cappello,
che vi accomuna tutti, da fratello a fratello.
Vostra madre comune fu la sofferenza,
sorella invece la morte, come estrema licenza.
Ma cari Alpini, vorrei alfine sapere
perché questo prezzo vi han fatto pagare,
e perché mai, lo sa solo Iddio,
per anni la Patria vi ha condannato all’oblio.