Bruno De Marco - Russia

Difficile, sapete, è il raccontare

di così tanti Alpini che vanno a morire:

poco più che ragazzi, nei loro occhi la vita

che per stupidità viene loro scippata.

 

Penne Nere d’ Italia, la forza, il coraggio

il ritorno “a baita” è solo un miraggio.

Soltanto la follia di menti impazzite

poteva spedirli in queste lande infinite.

 

Folate di vento, più affilate di lame,

li divora il gelo, il sonno e la fame,

ma più che la fame, che ti strappa via il cuore

è vedere sdraiato un fratello che muore.

 

Lui cieco ti fissa, ma forse ti sente,

e tu lì sulla neve, che non puoi fare niente…

 

Una colonna umana, come a scuola i bambini,

passo dopo passo se ne vanno gli Alpini

e piantano pietosi dietro ad un’isba una croce,

e tutt’intorno pregano, ma non s’ode una voce

 

una vecchia in disparte osserva quel dramma:

suoi son occhi di pianto, suoi son occhi di mamma.

 

Sia vostra bandiera questo cappello,

che vi accomuna tutti, da fratello a fratello.

Vostra madre comune fu la sofferenza,

sorella invece la morte, come estrema licenza.

 

Ma cari Alpini, vorrei alfine sapere

perché questo prezzo vi han fatto pagare,

e perché mai, lo sa solo Iddio,

per anni la Patria vi ha condannato all’oblio.