La Penna dell'Alpino (18)
Ballesio Giuseppe - L'Alpino
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserNoi che abbiamo varcato le più alte vette,
Noi che siamo scesi nei crepacci
Noi che abbiamo camminato sui ghiacci
Noi che ci siamo arrampicati sulle rocce
Siamo stati un po' su tutte le vostre bocche
Nel tempo del conflitto chi c'era a difendere i confini?
Gli Alpini.
In quel periodo abbiamo perduto tanti fratelli,
ricordiamo anche quelli
che han dato la loro vita per darci un po' di benessere
però per loro è finito di essere
L'Alpino non è violento
lo dimostra il fatto che qualche
volta viene al Girasole a fare la polenta
invece di essere sui monti tra nevischio e tormenta.
Anche per noi un giorno la penna
sarà mozzata e allora tutto
sarà finito... però nei libri di storia
ci sarà sempre l'Alpino con i suoi atti di gloria.
Battisi Cesare - Alpini
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserBuoni e semplici
Come eroi e fanciulli;
audaci e prudenti
come soldati di razza:
robusti
resistenti
come il granito
dei loro monti;
calmi
sereni
come pensatori o filosofi;
col cuore pieno di passione
malgaro la fredda
scorza esteriore,
al pari dei vulcani
coperti di ghiaccio
e di neve;
tali apparvero nell’Alpe nostra
gli Alpini d’Italia.
Cantini Aurora - Vecchio Alpino
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserSeduto se ne sta
un vecchio aplino
chino sui ricordi
sfilati dal cappello.
Sfiora quella penna
con tremore stanco
e sugli annacquati occhi
un lacrimare lento.
Tende l’orecchio
al vento ormai straniero
gelido nel morso
ad artigliare il cuore.
Solo tormenti e pianti
ode il vecchio alpino:
amici mai traditi
che ancor gli tendono la mano
lassù sperduti
come piume al vento
le loro penne mozze
a perenne giuramento.
Cenci Nelson - "Nikolajewka"
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserUn’alba che nell’anima del sole
aveva la speranza.
Per immensi pascoli di neve
sotto un cielo arato di morte
più volte sui tuoi dossi
si logorò l’audacia
a cercarvi la vita.
Solo al finire del giorno,
con disperato grido, epica schiera di fantasmi
passò tra mesto mormorio di preghiere.
Scende ora il sole sull’alto del crinale
bagnando di luce i tuoi morti
e, in un vento di nuvole, fugge
il tuo solitario pianto
verso cieli lontani.
Non più aspre terre e profili di monti
nei loro occhi di vetro
ma lunghe file mute di uomini
su sentieri di ghiaccio.
La pista si è fatta di stelle
e cristalli di luna si spengono
su misere croci senza nome.
Costa Nino - La Forsa ‘d j’Alpin
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserNostra forsa l’è pa côme ‘l tôrent
Ch’a sauta sghignôfland da rôch an rôch
E gonfi d’acque piturà ‘d paciôch
S’arval për des e fa ‘d ciadel për sënt.
Nôstra forsa l’è pa cola dël vent
c’a romp le rame ‘d ‘jerbo a tôche për tôch
e ch’a trasporta con le frange e j fiôch
le nivole travers ‘l firmament.
La nôstra l’è la fossa ‘d la valanga
lha mach un crij – un sol –
quand ch’a lo sento
fin-a i luv ‘d la montagna a së spavento.
L’è la forssa’d le fiôche sensa fanga
quand che dai brich
a calo giù ‘n t’la bassa
tuti ‘j fan largo e la valanga passa.
Bruno De Marco - Alpino D'italia
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserCappello alpino con la penna nera,
amicizie nate nella fatica vera,
finiti gli studi con grande tristezza,
il treno, la naia… addio giovinezza!
Mamma e morosa, in gola “Lo giuro!”
ma non devo piangere, devo esser duro,
“brusca e striglia”, scarpe chiodate,
fiato corto ed unghie piantate…
Adolescente, con sui piedi le piaghe,
idee sul futuro confuse e assai vaghe,
nella gavetta la pasta fumante,
attorno alla tenda fango abbondante.
Colpo in canna e sicura levata,
su in postazione “bravo” avanzata,
la neve scende ghiacciata e fine
Penne Nere di guardia al confine…
l'una di notte, baionetta sul fianco
il sonno mi prende, ormai sono stanco,
elmetto pesante, non posso far senza,
forse domani andiamo in licenza.
Odore di muli e marce forzate,
Garand in spalla, e mani sudate,
zaino e spallacci, piccozza alla mano,
Alpini in colonna s’allontanano piano…
l'Aquila nera con un “8” stampato,
rivedo gli occhi d’un bocia imbranato,
il congedo d’un vecio ormai maturato.
Alpino d’Italia…
Bruno De Marco - Russia
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserDifficile, sapete, è il raccontare
di così tanti Alpini che vanno a morire:
poco più che ragazzi, nei loro occhi la vita
che per stupidità viene loro scippata.
Penne Nere d’ Italia, la forza, il coraggio
il ritorno “a baita” è solo un miraggio.
Soltanto la follia di menti impazzite
poteva spedirli in queste lande infinite.
Folate di vento, più affilate di lame,
li divora il gelo, il sonno e la fame,
ma più che la fame, che ti strappa via il cuore
è vedere sdraiato un fratello che muore.
Lui cieco ti fissa, ma forse ti sente,
e tu lì sulla neve, che non puoi fare niente…
Una colonna umana, come a scuola i bambini,
passo dopo passo se ne vanno gli Alpini
e piantano pietosi dietro ad un’isba una croce,
e tutt’intorno pregano, ma non s’ode una voce
una vecchia in disparte osserva quel dramma:
suoi son occhi di pianto, suoi son occhi di mamma.
Sia vostra bandiera questo cappello,
che vi accomuna tutti, da fratello a fratello.
Vostra madre comune fu la sofferenza,
sorella invece la morte, come estrema licenza.
Ma cari Alpini, vorrei alfine sapere
perché questo prezzo vi han fatto pagare,
e perché mai, lo sa solo Iddio,
per anni la Patria vi ha condannato all’oblio.
Pietro Jahier - Prima marcia alpina
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserUno per uno
bastone alla mano
e alla salita cantiamo
se chiedi le reni rotte alla mina
se chiedi il posto della gravina
se chiedi il ginocchio piegato a salire
se chiedi l'amore pronto a patire:
son io l'alpino, rispondiamo
e all'adunata corriamo
Ma la montagna, alpino, è franata
ma la tua tenda, alpino, è sparita;
alpino, tutta l'acqua è seccata
alpino, il vetrato gela le dita;
ma la tua penna è folgorata
ma la gran notte di nebbia è salita
Uno per uno
corda alla mano
dove non si passa passiamo.
E la balma di roccia ci ricoprirà
e l'acqua di neve ci disseterà;
la penna il fulmine domesticherà
la nebbia il sole l'avvamperà
quando l'alpino passerà.
Uno per uno
zaino alla mano
e nei riposi ci contiamo
Alpino, tu sei passato
ma il compagno che manca è ferito
la mitraglia l'ha arrivato
dalla croda l'ha distaccato
nella gola l'ha tranghiottito.
Dove sei, compagno caro,
al paese dovevi tornare;
se qualcuno lo potrà rivedere
gliene chiederà la tua mare.
Ma non sei stato abbandonato
ma ti veniamo a ritrovare.
Sei il nostro ferito
ti riprendiamo
al paese ti riportiamo
Tutti per uno,
mano alla mano
dove si muore discendiamo.
Tutti per uno,
mano alla mano
dove si muore discendiamo.
Ma il tuo compagno, alpino, è spirato
al paese non può tornare;
ma il suo lamento è dileguato
non ti chiama più a ritrovare.
Sulla coltrice del nevato
resterà solo a riposare.
Dove sei, compagno caro,
se al paese non puoi tornare
ma non sei stato abbandonato
ma ti veniamo a ritrovare.
Il viso bianco gli rasciughiamo
il corpo stronco gli ricomponiamo.
E' il nostro morto
ce lo riprendiamo
alla patria lo riportiamo.
Uno per uno
fucile alla mano
e lo vendichiamo.
Marzo, sopracroda.
Ai miei soldati dell'Alpago
e a ogni alpino.
Sergio Giovanni Mocellin
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserSono andato sui monti del Grappa
nel ricordo di chi ha combattuto
ogni fiore un alpino caduto
ogni fiore un soldato nemico:
l’uno e l’altro mandati a morir.
Sono andato sul monte Asolone
tante volte conteso e assalito
ogni sparo un alpino colpito
ogni sparo un soldato nemico:
morti assieme ignorando perché.
Sono andato sul colle Berretta
quanti assalti in aperto terreno, ogni metro un alpino di meno
ogni metro un soldato nemico:
dai comandi costretti a obbedir.
Sono andato sul colle Caprile
tutto intorno dal fuoco sconvolto,
ogni zolla un alpino sepolto,ogni zolla un soldato nemico:
qui rimasti per sempre a dormir.
Sono andato al Sacrario del Grappa
e ho invocato per tutti la pace, una tomba all’ alpino che giace,
una tomba al soldato nemico: questo è il premio a chi è andato a morir.
Onofrio Lucia - Con il passo breve e cadenzato
Martedì, 22 Luglio 2014 02:00 Scritto da Super UserCon il passo sicuro, breve e cadenzato
sulle cime, lassù, il tuo cuore hai portato,
baldo Alpino amico dei monti
canti e ti rinfreschi alle fonti.
Della Patria ieri vigilasti le frontiere
oggi porti aiuti anche in terre straniere
il cappello, ieri usasti come gavetta
oggi lo usi per far di aiuti la colletta.
Il tuo cappello ti distingue e ti fa amare
ieri come oggi quando ti si vede passare.
Fedele alla Patria, cara Italia
amata fino alla morte
nessuno può immaginare quanto
l’emozione è forte
quando senti il “trentatré”
dalla banda suonare
vecio e bocia unico cuore
che in alto può volare.