LA “MADONNINA”
Bartolomeo da Trento, frate vissuto nella prima metà del XIII secolo, diffuse nel mondo una novella: « Nell'anno 352 d.C. certo Giovanni, gentiluomo romano ricchissimo e senza prole, desiderava fare opere pie, ma non decideva quale scegliere. Nella notte tra il 4 e il 5 agosto gli apparve in sogno la Madonna che gli ordinò di costruire una chiesa nel luogo in cui il mattino seguente avrebbe trovato la neve. Il ricco signore si svegliò e mestamente pensò che la neve a Roma, per giunta in agosto, era cosa alquanto strana. Ma il bello è che la Madonna, la stessa notte apparve anche a papa Liberio e gli disse di recarsi alle prime luci dell'alba in cima all'Esquilino, che avrebbe trovato imbiancato di neve. Il Papa e Giovanni, procedendo per strade diverse e seguiti da una grande moltitudine si incontrarono: la cima del colle era effettivamente imbiancata da un sottile strato di neve. Con un bastone il Papa tracciò il perimetro della chiesa che il patrizio fece erigere a proprie spese. Nasceva così la basilica di Santa Maria Maggiore o della Madonna della Neve”
Da allora tutti gli anni il 5 agosto la devozione alla Madonna ricorda il prodigioso evento in numerosissime chiese, santuari e cappelle sparsi nel mondo.
Anche i ciriacesi hanno a suo tempo onorato la “Madonna della Neve” dedicandole una cappella. Una angusta cappella che si trova in via Roma, di fronte alla piazzetta XXV aprile, oggi inglobata in un edificio che la sovrasta.
La si può individuare nella bianca facciata sulla quale sporge un frontone con lesene e timpano, al cui centro una grata consente di scorgere l’interno. Qui si eleva un altare sormontato dalla edicola in cui è posta la statua della Madonna, con ai lati candelabri e vari arredi religiosi. Nell’aula sono sistemati 4 banchi e una seggiola inginocchiatoio.
La cosa che più colpisce sono gli ex voto per grazia ricevuta che ne colmano le pareti, con cui i fedeli hanno voluto significare la loro gratitudine alla Madonna. Vi sono una cinquantina di esemplari, in gran parte quadretti di dubbio valore artistico, ma di grande valenza spirituale, che testimonia una intima devozione. Gli ex voto riportano date comprese tra la fine dell’ottocento e la II^ guerra mondiale, e si riferiscono ad incidenti accaduti in fabbrica, sulle strade o durante le guerre.
Sull’origine della cappella non si è sinora trovata documentazione. Fu costruita con ogni probabilità nella prima metà del 1600. Appare infatti indicata sulla cartina di Ciriè pubblicata nel “Theatrum Sabaudiae Ducis” edito nel 1682. Lì è mostrata in aperta campagna, fuori la cinta delle mura del borgo, posta ad ovest del convento degli Agostiniani, in prossimità della bealera dei Molini, le cui acque fornivano l’energia alle attività del borgo: molini, segherie ed il primo filatoio per seta impiantato dai D’Oria nel 1694, ora sostituito da un grande condominio porticato.
La regione in cui è posta era chiamata dell’”Alberetto”, che dopo l’abbattimento del convento (1802) ed i successivi insediamenti, una parte prese il nome di “Biancheria” e, intorno alla cappella, “Madonnina”, termine che ancora oggi i ciriacesi più anziani usano per indicare la cappella, la strada e la zona circostante.
La proprietà passò dal demanio alla famiglia Courten, di origine francese e, successivamente, fu acquisito dalla famiglia biellese Bertini che impiantò nella zona una industria tessile, da cui la denominazione “Biancheria”.
Alla fine del secolo l’area fu acquistata dagli industriali Remmert, due dei quali, Guglielmo ed Emilio, oltre ad impiantare un nuovo stabilimento per la produzione di trecce (il corpo centrale in stile liberty progettato dall’ing. Pietro Fenoglio fa ora parte di “Ciriè 2000”), stabilirono la loro residenza in due ville separate dall’attuale via Rosmini.
La proprietà di Guglielmo comprendeva anche i terreni e la casa posti verso la bealera, oltre la via D’Oria, comprendenti la cappella già inglobata in un edificio civile. Le eredi Remmert, cedettero ad altre famiglie quest’area, ad esclusione della cappella, la cui sorte fu seguita con devozione dalla figlia nubile Maria Lydia, fino alla sua morte avvenuta nel 1953.
Fino ad allora nella cappella veniva celebrata una S. Messa in occasione della ricorrenza del 5 agosto, preceduta da una novena. Col tempo, la cappella, non inserita in atto testamentario ed ereditata da alcuno, cadde stato di semiabbandono.
Recentemente il Gruppo Alpini di Ciriè, in accordo con l’Amministrazione comunale che ha preso in carico la proprietà, si è fatto promotore della sua manutenzione e tutela, procedendo al restauro della facciata e degli arredi.
I lavori, svolti dai soliti noti volontari dalla penna nera, sono in fase di ultimazione e saranno inaugurati domenica 26 settembre nell’ambito dei festeggiamenti indetti dal Direttivo A.N.A. per celebrare l’80° anniversario della fondazione del Gruppo di Ciriè.
Alpino Pierino Pellegrino